Assaggiamo Berliner Ryesse di Alvinne, Enfant Terriple di De Leite e Blond di Hof Ten Dormaal

Brouwerij Alvinne – Berliner Ryesse

 

Estate, mese di banalità nel mondo delle birre e non solo: alla ricerca del fresco come suggerito dai telegiornali, noi ci diamo al mondo Sour, che in questo periodo ci sta dando grandi soddisfazioni.

 

La Berliner Ryesse di Alvinne si presta non poco al compito di dissetare (4,5% alc.): si tratta di una collaboration beer realizzata con il birrificio basco Laugar e che presenta tra gli ingredienti un buon 50% tra frumento e segale in aggiunta all’orzo, nonché l’ormai famoso lievito Morpheus selezionato da Marc del birrificio Alvinne.

 

Nel bicchiere si presenta bionda, dorato scarico, con un cappello di schiuma bianca non abbondantissima e poco persistente.

 

Gli aromi fanno subito capire ciò che si ha davanti: sentori citrici in primo piano e cereale dolce (tra pane e biscotto), lievito, spezie, mela verde, e frutta.

 

I gusti confermano in buona parte. La Berliner Ryesse è pungente ma non aggressiva. L’acidità dedotta dagli aromi viene confermata ed insieme alla piacevole freschezza citrica compare anche una sensazione lattica (tipo yogurt) che, insieme alla presenza di frumento dona cremosità. Sempre presente un po’ di dolcezza del malto così come note di frutta. La parte speziata ed un po’ terrosa viene probabilmente esaltata dalla segale. Il corpo è abbastanza esile sostenuto da una buona frizzantezza. Il finale è secco ed oltre all’acidità rivela anche un minimo di amarezza.

 

Nel complesso una birra acida ma non troppo, ben strutturata ma non complessa e che fa della freschezza e semplicità la sua principale caratteristica. Il Morpheus yeast ha colpito ancora!

 

De Leite – Enfant Terriple

 

De Leite è un birrificio ormai affermato che da una decina d’anni propone una collezione di birre di ottimo livello. I nomi delle loro proposte sono “giochi di parole” e formano una sorta di dinastia: dalla Femme Fatale, alla Bon homme per poi arrivare alla Enfant Terriple (ed andare oltre, la collezione è molto ampia e varia).

 

Enfant Terriple nasce come loro interpretazione della Tripel (8,2% alc.), colonna degli stili belgi: e da subito si presenta molto bene. Un bel colore leggermente ambrato, schiuma abbondante, fine cremosa che accompagna tutta la bevuta.

 

Gli aromi sprigionati sono intensi e dicono in prima battuta esteri da lievito con frutta gialla e matura; poi spezie, miele, pane ma anche la luppolatura che rivela un certo erbaceo.

 

Si tratta di una birra fine ma complessa: nel bicchiere sembra avere un tocco piacevolmente oleoso che la rende morbida e la carbonazione è molto sostenuta. Si conferma un ingresso dolce ed un po alcolico dove ritroviamo la frutta, il malto ed il miele. Vivace in bocca e con un corpo leggero, prosegue più amara ed erbacea per arrivare ad una chiusura secca ed un po’ speziata. Il tutto rivelando un fantastico equilibrio in un finale lungo.

 

Si tratta di una birra calda ed avvolgente ma anche spigolosa e dal gusto a tratti tagliente, risultato di una perfetta combinazione dei molti elementi che la contraddistinguono. Non lo scopro certo io, ma posso dirlo con certezza: l’Enfant è passata da essere un semplice gioco di parole ad un “classico” del nuovo corso birrario belga.

 

Hof Ten Dormaal – Blond

 

E’ ormai chiaro che con Hof Ten Dormaal, il più delle volte, si parla di sperimentazione; del resto l’impostazione “farmhouse” data al birrificio da André e famiglia rispetta questa vocazione. Tradizione ed ingredienti del territorio per raggiungere risultati e gusti caratteristici e spesso fuori dallo standard e dagli stili.

 

La Blond, di fatto una Strong Ale (8% alc.), non sfugge a queste regole. Il colore è un bel dorato opaco-torbido (un po’ di lievito di troppo in sospensione) sormontato da una schiuma cremosa che scompare quasi del tutto abbastanza in fretta.

 

Dal bicchiere escono note erbacee intense, aromi maltati, frutta gialla da esteri; non manca lo speziato. Inoltre, come in numerose altre birre della gamma, è presente uno sfondo aromatico funk, quasi da sour.

 

Ed in bocca un po’ di asprezza arriva, nonostante l’inizio ben maltato e tondo. Seguito da ancor più chiari gusti di banana e pesca, spezie come coriandolo e note pepate e con una chiusura erbacea decisa. Dopo alcuni sorsi si avvertono maggiormente pesca e caramello. La carbonazione è forse un po’ eccessiva e la sensazione alcolica ogni tanto un po’ troppo avvertibile ma il tutto è ben sorretto dal corpo leggero e da un gusto complessivamente deciso ed equilibrato.

 

Morale: se apprezzate Hof Ten Dormaal e reggete l’alcool, questa per voi sarà la bionda “forte” che desideravate; se Il mondo di HTD è invece per voi nuovo, questa, insieme alla Saison, può essere buon punto di partenza.

 

 

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